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venerdì, Gennaio 24, 2025

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Santa Severina: un viaggio indietro nel tempo… di Ida Luigia Tedesco

Ben ritrovati amici cari,
in una mattinata tersa e luminosa, con il cielo sgombro da nubi anche il cuore è libero dai pensieri. Questo è il giorno giusto per andare insieme in un luogo capace di entrare nel cuore riportandoci indietro nel tempo…

Siamo a metà strada fra il blu intenso del mar ionio e le verdi montagne della Sila, immersi in uno straordinario scenario naturale, tra colline argillose e campi coltivati, poderosi baluardi rocciosi e ginestre profumate, a squarciare la terra il fiume Neto. In alto, adagiato su un inespugnabile contrafforte naturale, come un’enorme “nave di pietra”, il borgo di Santa Severina.

Alcuni storici ricordano un’antica “Siberine” o “Siberene” città enotra, le fonti indicano una penetrazione greca, fu forse “Severiana” in epoca romana poi Santa Severina. Sottomessa dagli Arabi nell’840 divenne avamposto musulmano fino alla riconquista bizantina, sottoposta a Bisanzio e sede di rito greco fino all’arrivo dei Normanni nell’XI secolo.

Insieme arriviamo ai piedi della rupe e cominciamo la nostra passeggiata risalendo una lunga scalinata. Ci ritroviamo di fronte ad una delle antiche porte d’accesso, la attraversiamo e tutto intorno a noi muta il suo aspetto, è come essere entrati in un “mondo altro”, una dimensione spazio-temporale che ci allontana dal presente e ci trasporta in epoche lontane… Alziamo lo sguardo e siamo al cospetto di un “gigante” che ci toglie il fiato, silente e maestoso il possente maniero sembra essere un tutt’uno con la roccia, man mano che ci si avvicina le pietre intorno a noi compongono un’architettura straordinaria, ci fermiamo ad “ascoltarle” e ci sembra quasi di sentire le voci, i suoni, di rivedere le immagini che ritornano da un antico passato.

Costruito sul Kastron bizantino, su un sito già interessato da un insediamento rupestre, ci mostra l’articolata cinta muraria interrotta solo da pochi varchi, possenti torri merlate ed al centro l’imponente Mastio. Attraversarlo è attraversare il tempo! Dalla necropoli alla chiesetta bizantina, dai resti della torre normanna al Mastio angioino fino alla “dimora gentile”. E’ un racconto, un libro di storia impresso indelebilmente sulla pietra! Lasciato il castello scorgiamo la piccola chiesetta di Santa Filomena che, con la sua cupoletta dalle linee orientali, sovrasta il quartiere della Grecìa, attraversiamo Piazza Campo e raggiungiamo la Cattedrale medievale.

Dedicata a Santa Anastasia, patrona del borgo, è chiusa tra l’antico palazzo arcivescovile, oggi sede del ricco Museo Diocesano, ed il Battistero. Siamo di fronte ad un altro meraviglioso “gioiello”, il più antico monumento bizantino della nostra regione. Una volta al suo interno sentiamo forte il senso di raccoglimento, lo spazio scandito da otto colonne ci stringe in un abbraccio e guida il nostro sguardo a cogliere lacerti di affreschi, iscrizioni e a fermarsi lassù, su un pulvino… Qui una croce inscritta in un cerchio retto da due colombe, è il Cristo che si manifesta, il Cristo da cui le anime dei credenti attingono la forza e la salvezza…

Eccolo amici quel “mondo altro”, tutto intorno a noi sussurra storia, rievoca immagini, siamo insieme in uno di quei “tanti” borghi di Calabria in cui poterci riconoscere, ritrovare, capire chi siamo stati, uno di quei luoghi in cui le pietre non sono mute e aspettano solo di essere “ascoltate”!!!

Di Ida Luigia Tedesco

Foto di Gianni Termine

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3 Commenti

  1. Complimenti alla signora Tedesco per la sua presentazione preziosa, efficace e coinvolgente che richiamerà tanta gente a salire sulla nostra Nave di Pietra. Con tanti auguri agli amici dell’Aristippo per la loro opera e per l’amore che vi dedicano !

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